.... ma non bisogna andare troppo lontanto nel tempo per riconoscere in Trastevere, il rione più importate e famoso della mia città.
Si dice che il vero "romano" sia non solo "romano da almeno 7 generazioni" (quindi con almeno altri 7 avi nati e cresciuti a Roma) ma anche nato e cresciuto qui, a Trastevere, il cuore di Roma, la culla della romanità. Altro chè Colosseo o Fori imperiali, colle Aventino o colle Palatino... il vero romano "verace", parla il "romanesco" e non il "romanaccio", mangia in "trattoria" e non in pizzeria o al ristorante... il vero romano non è mai uscito dal suo quartiere, perchè Trastevere è tutto ciò che conta per lui: sembra un piccolo borgo, una piccola cittadina assestante. Null'altro li fuori può dargli ciò che esiste qui, perchè è proprio "l'aria" di Trastevere ad essere diversa, a proiettarti in una dimensione parallela. Entri in trastevere e forse sei in un paesino fuori città, con la sua pavimentazione in san pietrini, i negozietti appiccicati l'un l'altro, la strada sempre troppo piccina per chi è abituato ad una metropoli, le sue case, vecchio stile, mediovale, così ambite dai turisti e così richieste in affitto dagli stranieri anche loro con il desiderio di "essere romano".
Ma oggi trastevere ha perso il suo fascino, persino la statua di Bruno Giordano in Piazza Campo dei Fiori (nome deerivante probabilmente dallo stato di totale abbandono che la piazza aveva nel XV secolo: una jungla di piante e fiori cresciuti nel niente) sembra sbiadita, risucchiata dalla quotidianità.
Ormai Trastevere è un ammasso di pub e discopub, dove centinaia di ragazzi entrano ed escono, dove qualche americano ubriaco viene alle mani con il romano mediocre di oggi, che si sente onnipotente a Campo Dei Fiori, perchè quella è "casa sua!" anche se magari abita all'eur o montesacro... ma nessuno può provocarlo sul suo territorio.
Però l'era dei romani grandi condottieri e di Spartaco grande schiavo e di Massimo Meridio Decimo (se mai sia davvero esitito) grande gladiatore, è davvero lontana oggi ed anche trastevere da quel periodo. Ma come un branco di cani dominanti, i romani di oggi vogliono e devono proteggere il "proprio" territorio, d'altro canto, a parte i cori allo stadio in curva sud, è l'unico modo che gli sia rimasto per sentirsi romani.... ed ormai un giocatore di calcio è il loro capitano... non più un leggendario condottiero....
I tempi sono cambiati, l'aria di Trastevere è cambiata.... ma lei no.... è sempre bella, affascinante e maledettamente subdola: quando ci entri, vorresti non lasciarla più...
E queste foto che vedete le ho scattate nel cuore di Trastevere, una trattoria chiamata "La Cisterna" poichè situata sopra una vecchia cisterna romana. Infatti è ancora possibile vederla, scendendo le lunghe scale che portano fino al ventre della città.
Sui muri, praticamente intatti al periodo papalino, si leggono ancora poesie e frasi di giovani poeti in erba: ma accidenti, devi davvero essere romano da sette generazioni per capirne il significato e sopratutto la grafia. Una finestra sul passato... Un museo all'interno di un ristorante.... che ancora sto qui a chiedermi come diavolo abbiano avuto la concessione comunale di aprire un ristorante dentro un pezzo di storia così... Non indaghiamo.
Ed in questo ristorante ci siamo finiti col compagno di mia madre, romano da sette generazioni, forse anche di più credo. Ed in questo ristorante ci mangiava spesso la sua vecchia zia, che abitava un piano più su. L'unica trasteverina verace di cui abbia mai sentito parlare... dopo la Sora Lella, è ovvio. Ma il suo ristorante è dall'altro lato della strada, in un altro pezzo di storia: Isola Tiberina (per i giovani di oggi L'Isola Tiberina è l'Ospedale Fatebenefratelli!!!). Ma anche quel pezzo di storia della Sora Lella, è stato inghiottito dagli anni. Oggi che lei non c'è più, tutti lo conoscono, sanno di chi era, ma nessuno ci torna con lo spirito di quando c'era lei. Oggi anche quel ristorante, ha il menù scritto metà in in inglese e metà in italiano: è stato inghiottito dal business pure lui. Ed il nome, è tutto ciò che gli resta del tempo che fu.
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