Le salme dei sei paracadutisti della Folgore arriveranno domani all'aereoporto di Ciampino, mentre lunedì si celebreranno i funerali di Stato presso la Basilica di San Paolo fuori le mura, sempre qui a Roma, ovviamente sarà Lutto Nazionale.
I colleghi di mio marito saranno presenti sia domani all'arrivo delle salme, che Lunedì per i funerali di Stato, in questa occasione ci sarà anche lui, in qualità di militare, non di semplice cittadino. Non gli ho chiesto cosa prova, come si sente, se riuscirà a trattenere le lacrime per quei ragazzi caduti tanto lontano da casa. Non ne parla affatto. E quando non parla di qualcosa, significa che è provato. Ed anche molto. Allora non insisto, anzi evito l'argomento e basta.
Vi posto col cuore in mano questa wordart, pensavo di inserirla in un contesto più sereno visto che è la frase che avevo scelto per una candela fatta realizzare in Inghilterra per il mio matrimonio e messa sul tavolo del guest book.
E' molto celebre e sicuramente l'avrete sentita e risentita, ma probabilmente pochi sanno a chi appartiene. Ed io l'ho scoperto per caso, quest'estate mentre eravamo in vacanza a Vieste. Nei bar di questa bellissima cittadina del gargano si usano dei sacchettini di zucchero dove da un lato vi è riportato un aforisma (con il nome del suo autore) e dall'altro una barzelletta. Credo di aver scippato almeno una ventina di bustine. Comunque, una sera, mentre stavo sbirciando nella zuccheriera per leggere a sbafo le bustine, mi sono imbattuta proprio in questa frase a me tanto cara per il motivo che vi ho riportato. Così ho scoperto che a scriverla fu lo scrittore ed aviatore francese, morto durante la seconda guerra mondiale, Antoine de Saint-Exupery il cui nome fu reso celebre grazie al libro per bambini "Il Piccolo Principe" che a tutt'oggi resta uno dei suoi romanzi più venduti.
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