I feretri avvolti nel tricolore, sono arrivati a Ciampino a bordo di un C-130. Tra i parenti dei paracadutisti morti, il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, nato a Orvieto, ma residente a Lubriano (Viterbo), c'era anche Simone Francesco, di due anni - figlio del sergente maggiore Roberto Valente - in braccio alla madre e con il testa il basco amaranto della Folgore.
In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell'esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza. Dietro le autorità, con in testa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e le massime cariche dello Stato. Presenti a Ciampino, naturalmente, anche i vertici della difesa e delle forze armate: dal ministro Ignazio La Russa al capo di stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini, al nuovo capo dell'esercito, Giuseppe Valotto, insiedatosi proprio il giorno della strage. Tra le autorità presenti alla breve cerimonia che si è di fatto conclusa a Ciampino, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, con la fascia tricolore, anche alcuni parlamentari particolarmente vicini alle forze armate come il generale Mauro Del Vecchio, senatore del Pd ed ex comandante della missione Nato in Afghanistan, e l'ex parà Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito durante l'operazione in Somalia.All'aeroporto militare di Ciampino numerosi i familiari delle vittime.
La benedizione delle salme. L'Ordinario militare per l'Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, ha benedetto le salme: è stato questo il primo atto delle breve cerimonia a Ciampino. I sei carri funebri con a bordo le salme hanno poi lasciato l'aeroporto di Ciampino, diretti all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Roma, dove saranno svolti gli accertamenti necroscopici sulle vittime.
«Morti da eroi» il sergente maggiore Gianluca Spina, tornato solo una settimana fa da Kabul. «Io ero molto amico del capitano Antonio Fortunato. Lui è un eroe, morto per la Patria, ha dato la vita per qualcosa in cui credeva, è morto per tutti gli italiani». Ora, aggiunge, «andremo avanti nel nostro lavoro con ancora maggiore convinzione, per rendere onore al suo ricordo».
Rientrati i 4 feriti. Nella notte erano rientrati in Italia anche i quattro militari rimasti feriti. L'aereo che li trasportava - via Abu Dhabi e Larnaca - un volo Alitalia utilizzato per le esigenze della Difesa, è atterrato all'aeroporto romano di Fiumicino alle 1.32. I quattro militari feriti, il primo Maresciallo dell'Aeronautica Felice Calandriello e i primi caporalmaggiori della Folgore, Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono, sono scesi da soli, senza aiuto, dalle scalette dell'Airbus. Sotto bordo ad attenderli due ambulanze dell'Esercito. Nel viaggio sono stati accompagnati da sei colleghi che, una volta saliti a bordo delle due ambulanze, li hanno aiutati a portare i loro zaini. Le due ambulanze, precedute da due pulmini dell'Esercito e scortate da polizia e carabinieri, hanno quindi lasciato l'aeroporto di Fiumicino poco prima delle 2, dirette all'ospedale militare del Celio...."
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