TUTTO L'AMORE CHE C'E'

TUTTO L'AMORE CHE C'E'

giovedì 17 settembre 2009

L'ITALIA PIANGE I SUOI SOLDATI.


Stamattina mi sono svegliata con una grandissima tristezza nel cuore: da ieri mattina non si parla d'altro, da ieri mattina i volti di questi sei ragazzi martoriati da una bomba a Kabul non fanno che passare dalla televisione accrescendo la tristezza di tutte le mamme, mogli, figli della penisola...
Il più grande aveva solo 37 anni, la mia età... io che mi considero sempre troppo vecchia per tutto... ma che poi quando un mio coetaneo muore penso che il destino sia stato crudele a togliergli la vita così presto....

Quando è un mio coetaneo a morire o qualcuno più giovane di me, e tra questi sei paracadusti della prestigiosa Folgore, alcuni avevano ben 10 anni meno di me, praticamente delle creature..., mi sento devastata dentro.


La morte proprio non guarda in faccia, non gliene frega nulla, nemmeno se sei figlio unico e lasci due genitori nella disperazione.


Ragazzi che vi posso dire? Che stamattina ho visto mio marito cambiarsi, indossare la sua mimetica come tutti i santi giorni, infilare il cappello nella tasca dei pantaloni, la penna nel taschino, prendere le chiavi della macchina e partire verso la caserma dove presta servizio.

Mi sono sentita sollevata. Sarò egoista lo so, ma preferisco un marito vivo a casa, che un eroe morto in guerra. Se mai fosse partito per qualche missione, credo che la mia vita sarebbe stata assolutamente diversa, probabilmente non avrei nemmeno vissuto più: tutti i giorni ad aspettare una telefonata, una lettera un qualsiasi cosa che mi tenesse in contatto con lui.

Un giorno mentre ci trovavamo a Civitavecchia per la Festa della Marina, incontrammo un incursore (reparto speciale della marina militare italiana) il quale ci confidò che spesso quando era in missione non riusciva a sentire la moglie per diverse settimane....

Non credo che avrei potuto vivere così, ed ammiro tutte le donne che ci riescono, sono delle grandi donne... ma non potrebbe essere diversamente, dietro un grande uomo, c'e' sempre una grande donna.

Oggi si torna a piangere dopo sei anni dalla terribile strage di Nassirya, in cui persero la vita 19 italiani facenti parte dei Carabinieri, Esercito Italiano e due civili: 1 giornalista ed un altro collaboratore.

Ma molto probabilemente allo Stato Italiano poco importa: questi ragazzi continueranno a stanziare nelle zone di guerra, e mediaset produrrà il prossimo film dedicato ai caduti. Poi il tempo passerà e tutto verrà sepolto nei ricordi. Fino alla prossima strage a seguito della quale nei dibattiti in tivvù, come ieri sera appunto e come sei anni fa, si tornerà a litigare tra chi si batte per il rientro dei soldati in patria e chi per la permanenza dei ragazzi nelle zone di guerra.

Normale no? "Altrimenti che razza di figura ci facciamo col resto d'europa? Ci hanno sempre accusato di voler mettere in salvo la pelle anzichè combattere per un ideale (?).!!!!"

Mandano a morire i figli degli altri.... mentre i propri se li tengono stretti nelle Università a far finta di studiare.... Tanti Lapo Elkan scampati alle stragi......

E stavolta sono stata cattiva davvero. Quindi smetto di scrivere per non scatenare una rivolta, e lascio la parola alla prima pagina del Il Messaggero, quotidiano di Roma.



Dal Il Messaggero del 18 Settembre 2009 (Foto e testi)


" ROMA (17 settembre) - Sei militari italiani della Folgore sono rimasti uccisi in un attentato a Kabul. Altri quattro sono rimasti feriti non gravemente. Si trovavano a bordo di due blindati Lince sulla via che conduce all'aeroporto di Kabul quando un'autobomba è esplosa. Silvio Berlusconi afferma: non abbandoneremo l'impresa, ma ci sarà una transition strategy. E aggiunge che 500 sodlati torneranno a casa. La Russa sottolinea che non c'è una strategia contro gli italiani e riferito che sull'auto c'erano almeno 150 kg di esplosivo. L'attentato alimenta il dibattito politico sulla necessità o meno di ritirare le truppe italiane dal paese asiatico.

Quanto alla dinamica dell'attacco due le ipotesi: un'autovettura imbottita di esplosivo. ha spiegato La Russa, è uscita da un parcheggio e si è lanciata contro il primo Lince, oppure l'esplosivo è stato azionato manualmente su un mezzo senza attentatore suicida.

I corpi dei militari arriveranno in Italia non prima di sabato. E' l'attacco più grave alle forze italiane dopo quello di Nassirya del 12 novembre 2003 dove persero la vita 19 italiani.


Le vittime facevano parte del 186/mo reggimento ed erano di stanza a Kabul dove ci sono circa 450 militari italiani. I morti sono quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due Lince.

I nomi delle
vittime. Si tratta del tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nato a Glarus, in Svizzera, ma residente a Tiggiano, in provincia di Lecce; del sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e del primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami, nato a Orvieto ma residente a Lubriano (Viterbo) e il caporal maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno)


I quattro feriti non gravi. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa parla di quattro feriti non gravi. Precedentemente il colonnello Benito Milani, vicecomandante del 186/o reggimento della Folgore aveva detto che i feriti italiani erano tre. I quattro militari sono attualmente ricoverati presso l'ospedale da campo francese Role 2. Si tratta del primo caporalmaggiore Rocco Leo, 26 anni, originario di Francavilla Fontana (Brindisi) ed effettivo al 186/o reggimento paracadutisti Folgore, che ha riportato un forte stato di choc; del primo caporalmaggiore Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera ed in servizio al 186/o reggimento della Folgore, al quale sono stati diagnosticati un trauma da scoppio all'orecchio destro e contusioni varie; del primo caporalmaggiore Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli, in servizio al 187/o reggimento Folgore, che ha avuto una lieve ferita alla mano sinistra ed un trauma da scoppio all'orecchio sinistro, e del primo maresciallo Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno), sottufficiale dell'Aeronautica militare, che ha riportato un forte stato di choc... "

1 commento:

  1. ma che cattiva Elena!!! io sono d'accordissimo con te!!!! sono dell'opinione che se i nostri politici partissero per una missione di una settimana solo con tutti i ragazzi, da normalissimi soldati, non da "guest star", ci ripenserebbero su mille volte prima di mandare a morire dei giovani ragazzi!!!!

    scusa lo sfogo, ma io sono assolutamente contraria a queste missioni....

    RispondiElimina